Il termoclino e la sua influenza sui pesci.

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Nicola Romano
view post Posted on 6/2/2013, 19:25




Vorrei cominciare a discutere con voi riguardo il termoclino, a mio avviso di fondamentale importanza per tutti i generi di pesca sportiva sia essa praticata dalla costa o dal natante.

termoclino



Cominciamo col citare wikipedia:

Il termoclino è un sottile strato in una grande massa d'acqua, come per esempio l'oceano, nel quale la temperatura subisce un rapido cambiamento, ovvero presenta una marcata variazione del gradiente termico rispetto ad altri strati.
Questo strato di demarcazione è legato al descrescente assorbimento, da parte dell'acqua, delle radiazioni solari al crescere della profondità, pertanto il termoclino è una linea immaginaria che separa la zona di acqua riscaldata dal sole da quella invece fredda che il sole non riesce a raggiungere.
Infatti al di sopra del termoclino lo strato si dice superficiale e la temperatura dell'acqua è maggiore poiché esposta maggiormente ai raggi del sole.
L'assorbimento dell'energia solare (che è assorbita per l’80% tra il primo e il secondo metro di profondità) diminuisce rapidamente con la profondità ma la variazione della temperatura dell'acqua non segue l'andamento della curva di assorbimento a causa dell'effetto del vento che, soffiando sulla superficie dell'acqua, determina il moto ondoso che provoca il rimescolamento dello strato più superficiale.
Questo strato superficiale ha quindi una temperatura più o meno costante fino alla profondità dove non arrivano le radiazioni solari, in cui la temperatura decresce in modo repentino (oltre 10 °C) determinando una forte variazione della densità delle acque.
Sotto il termoclino la temperatura rimane costantemente bassa.
Questo strato a maggiore densità costituisce uno sbarramento per la diffusione dei nutrienti, tra le acque più calde sopra il termoclino e quelle più fredde al di sotto.
Il termoclino veniva usato dai sottomarini tedeschi nella 2ª Guerra Mondiale per evitare di essere individuati dai sonar, in quanto il termoclino si comporta come una barriera acustica; infatti il suono prodotto sotto il termoclino rimbalza su di esso come su una superficie riflettente.
Il termoclino può essere osservato anche nei laghi.
Lo strato d'acqua più caldo è chiamato epilimnio e quello più freddo ipolimnio.
Mar Mediterraneo [modifica]

Nel mar mediterraneo, durante il periodo estivo le acque superficiali possono superare i 28° di temperatura.
Le acque superficiali galleggiano su quelle profonde, le quali, mantenendosi ad una temperatura media intorno ai 13 °C per tutto l'anno (non scende mai al di sotto dei 10 °C), presentano una densità maggiore di quelle più calde superficiali.
In pratica si forma un termoclino già fra i 15 ed i 40 m, che crea una barriera netta, dovuta alla differenza di temperatura fra i due strati di acqua, che impedisce il passaggio in superficie dei nutrienti di origini profonde, risultando anche un ostacolo insuperabile per molte specie animali.
In inverno la densità dell'acqua superficiale aumenta per il raffreddamento generato dall'abbassamento della temperatura dell'aria e per i venti freddi e secchi che spirano da Nord e da Nord-Ovest, che causano una perdita notevole di calore e l'evaporazione degli strati superficiali, e possono portare la temperatura dell'acqua a valori fino a 9 °C.
Quando la densità degli strati superficiali supera quella degli strati profondi, la cui temperatura è costantemente intorno ai 13 °C, questi, ricchi di ossigeno ma poveri di nutrimento, sprofondano creando una omogeneizzazione ed un rimescolamento con quelle profonde, povere di ossigeno ma ricche di nutrienti.
Nel Mar Mediterraneo i termoclini sono due, uno estivo stagionale, che si instaura fra i 15 ed i 40 m, e l'altro invernale più profondo, ad una profondità variabile fra i 150 ed i 400 m.
Nel Mediterraneo, che ha acque abbastanza limpide, si distinguono le seguenti zone di luminosità:
zona afotica - oltre 400 m : è la zona buia dove non giungono i raggi solari ed è pertanto caratterizzata dall’assenza di vita vegetale;
zona oligofotica - tra i 150 e i 400 m: fascia penetrata dalle sole radiazioni blu e nella quale pertanto soppravvivono solo pochissime specie vegetali;
zona eufotica - tra 0 e 150 m: dove arriva tutto lo spettro solare ed in cui pertanto sono possibili i processi fotosintetici.


Proseguo con un buon video che ne spiega le dinamiche:



continua...
 
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Peppe F
view post Posted on 7/2/2013, 10:09




Nicò posso dirti su questo che è una zona davvero interessante quella del termoclino per la pesca, ti spiego, nel tirreno dove facevo immersione, la linea di termoclino era visibilissima ad occhio nudo, in estate si aggirava sui 18 mt di profondità mediamente, oltre ad avvertirla per il netto cambio di temperatura come detto da wiki si vedeva ad occhio, si presentava come una striscia marroncina larga circa 1 mt, questo perchè oltre alla vischiosità differente dell'acqua causata dalle temperature, su questa fascia di un metro circa c'era un gran deposito di microorganismi (plancton e vegetali) che stazionavano tra la linea di confine tra freddo e caldo, questo rendeva visibile all'occhio la linea e dava quel colore in quella fascia d'acqua. Molto pescettame girava a quella altezza perchè si nutriva proprio di tutti quegli elementi... se consideriamo la cosa dal punto di vista presenza preda=presenza predatore ecco il collegamento con la pesca che interessa a noi
 
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Nicola Romano
view post Posted on 7/2/2013, 10:14




esatto Peppe... vediamo se in mattinata riesco a buttare giu' il resto ma stai sicuro che cio' che hai scritto e' il fulcro del discorso. :)
 
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Emil82
view post Posted on 12/3/2013, 12:26




Ci sono tantissime cause della diminuzione delle papabili prede nei nostri mari. Dal mio punto di vista,affermo che la diminuzione è direttamente proporzionale alla variazione del clima acquatico. Certo,reti e pescatori non sportivi danno anche il loro contributo a questa diminuzione,ma ripeto,io vedo nel cambiamento climatico la maggiore causa.
Riprendendo un attimo una riflessione che ho fatto (e scritto) pochi giorni fà riguardante le orate,ho notato che:
- entrata precoce della specie con un mese di anticipo
- scomparsa delle specie territoriali quali saraghi,pagelli,vope,cefali
- comparsa di specie alloctone quali serra con 2 mesi di anticipo

Questo è un riassunto che riguarda solo ed esclusivamente gli spot che frequento da aprile fino ad ottobre. Ad esempio i serra in questi spot si trovano da un 4-5 anni (prima erano o assenti o raramente presenti) ed entrano sempre verso maggio (gli esemplari piu grossi da giugno in poi),mentre le orate entrano a brindisi verso aprile stazionando su fondali profondi circa 15 metri (raggiungibili con la barca questi punti) e solo pochi esemplari raggiungono gli spot. Mai viste orate superiori al mezzo kg di questo periodo ed inoltre specie territoriali quali cefali,vope e saraghi sono o scomparsi del tutto o raramente presenti. L'acqua in superficie è a 19°,cosa gravissima considerando che in questo periodo ha una media non superiore a 15°. Quattro gradi di differenza sono un infinità e questo porta a migrazioni precoci di pesci che in genere migrano piu avanti nei mesi. le specie alloctone si troveranno quindi il banchetto bello e pronto,con conseguente diminuzione drastica delle prede pescabili. Inoltre,da come si può capire,il loro ciclo migratorio subisce una sostanziale modifica,non garantendo cosi l'effettivo e corretto svolgimento di tutte le sue tappe. Cambiano inoltre le abitudini alimentari ed anche le rotte migratorie.

Il mio ragionamento è valido anche per specie quali occhiate e palamite,entrate con un mese di anticipo. Mai viste nella mia zona palamite a marzo (se non ad alte profondità,a largo praticamente pescate a traina) quando invece stanno intasando i le zone costiere e sono pescabili a shore jigging. Idem per le occhiate,pescabili sempre da riva.

Insomma,tutto questo stravolgimento sarà solo a vantaggio di specie alloctone...con il passare del tempo scompariranno le mie amate orate (idem per i dentici,che nella mia zona hanno lo stesso periodo migratorio). Non è una previsione pessimistica o righe buttate a cavolo è solo un ragionamento fatto dopo anni e anni di pesca,studio delle zone di pesca,studio della preda e delle sue migrazioni.
 
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view post Posted on 12/3/2013, 22:17
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Partendo da quanto scritto da Nicola sul termoclino, se il mediterraneo ha subito un riscaldamento, per i motivi che conosciamo, in che modo questo riscaldamento ha influito sul termoclino ?
I pesci sono semplicemente spariti o hanno cambiato abitudini, frequentando meno le coste e spostandosi più al largo ?
È un fenomeno che si può osservare in tutto il mediterraneo o solo in alcune zone ?
Le osservazioni che ha fatto Emil le posso fare io in zone che abitualmente ho frequentato (le coste liguri che ormai purtroppo raramente frequento )le riassumo così:
- drastica dimunuzione sottocosta di specie negli ultimi anni erano quasi invasive: boghe (volpe) e cefali.
Anni fa si imparava a pescare con queste due specie, ora le boghe sono letteralmente sparite e i cefali, sono più rari c'è in passato a meno che non di vada in zone portuali.
- rispetto ad anni fa le orate sono aumentate, ma sempre di piccola taglia, nel contempo le mormore si sono ridotte in modo drammatico.
- maggiore presenza di specie pelagiche (tra questi metto i serra, che comunque sono meno presenti e invasivi rispetto ad altre zone d'Italia)
- non ho notato sostanziali differenze per i saraghi e le occhiate ancora ben presenti.
- l'ombrina è ancora l'oggetto misterioso, anni di presenza (con catture numerose e di taglia varia) fanno seguito ad annate in cui spariscono.

Solo termoclino ? L'inquinamento costiero è rispetto ad anni fa, grazie ai depuratori, è diminuito in modo drastico, il,prelievo cistiero della pesca professionale non mi sembra che in 30 anni di osservazioni sia cambiato di molto. Può essere che il fattore climatico alla fine stia incidendo più di quello che si crede.
 
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view post Posted on 13/3/2013, 13:19
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io invece ci butto in mezzo oltre allo sconquassamento climatico,anche l'inquinamento
non smetterò di ricordare che negli ultimi 2 anni il nord sardegna ha subito un disastro oramai dimenticato..ettolitri ed ettolitri di olio combustibile fuoriusciti da fiumesanto con chissà quali danni..

e sommando i vari fattori si spiegani magari tutti i vari mutamenti comportamentali,ben visibili in u lasso di tempo anche breve visto che il clima è cambiato e di molto anche solo negli ultimi 5anni

parlavo con un pescatore di tonni "serio" che frequenta oltre il tratto sardo anche quello spagnolo
e mi diceva che questi ultimi non erano spariti,anzi,sempre ben presenti,così come pelagici come palamite tombarelli ecc..

i tonni si erano solo "abbassati" sui 50mt...dove appunto trovavano le loro mangianze ma non alicette,ma palamite ed addirittura serra,ho visto un video che mi ha impressionato

con l'incostanza del clima stesso,il termoclino può "instabilizzarsi" e magari far impazzire i pesci facendoli saltare o anticipare i loro abituali comportamenti?
 
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Emil82
view post Posted on 13/3/2013, 17:19




CITAZIONE (fabietto abu @ 13/3/2013, 13:19) 
con l'incostanza del clima stesso,il termoclino può "instabilizzarsi" e magari far impazzire i pesci facendoli saltare o anticipare i loro abituali comportamenti?

Certo che può...è come se a gennaio facesse caldo 35°C e noi andassimo a mare ed indosseremmo magliette a manichine e crescessero le angurie rosse.
Ad ogni periodo climatico,corrisponde una migrazione di una particolare specie. Tecnicamente ogni periodo è buono per pescare. Poi ci sono i pesci territoriali che non migrano e dovrebbero essere presenti tutto l'anno,e questi (sempre nelle mie zone) o sono spariti o sono drasticamente diminuiti. Ovviamente ogni periodo climatico corrisponde a determinati mesi,in cui si calcola che la temperatura media è di tot,che le precipitazioni sono di mm tot ecc..ecc... Ma se il persistere delle gradevoli temperature è un ottima cosa per noi,sicuramente non lo è per le migrazioni: le palamite da me hanno 1 mese in anticipo,in genere entrano ad aprile dopo un 6-7 giorni di temperature superiori ai 18°C: infatti la settimana scorsa da noi c'è stato sole e caldo ed ecco le palamite. Idem per le occhiate.
Quindi si,da un mio punto di vista la stabilità della temperatura acquatica stravolge la migrazione e di conseguenza anche i loro comportamenti.
 
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StefanoOA
view post Posted on 17/3/2013, 14:06




la diminuzione dei pesci territoriali, a mio modesto parere, e tra questi ci metto anche il classico pesce foraggio, è dovuta soprattutto all'innalzamento delle temperature, i pesci serra ad esempio che anni fa da noi erano quasi un miraggio passeggero, ora sono presenti almeno 9 mesi l'anno, negli anni scorsi da scogliera si riusciva a pescare seppie per un periodo di un paio di settimane, quest'anno si sono prese solo tre giorni, con l'innalzamento delle temperature muta tutto...
 
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