Dopo le ultime uscite con Gianni e Paolo (frischettu), sia per la mancanza di particolari condizioni sia per altri motivi che non sto specificare, siamo assenti dalla spiaggia da diverso tempo, che sembra sempre troppo anche quando è poco, l'ovest per noi rimane sempre una chimera, una concomitanza di situazioni che non sempre coincide, dunque non ci resta che sfruttare ciò che abbiamo a disposizione, le spiagge della nostra zona, snobbate da tanti, da chi è abituato a cogliere i frutti di piantagioni già avviate,ben fertili, ma dal gusto ormai scontato, piuttosto che accudire quelle scarne piante che affondano le loro radici tra la roccia e la sabbia, ma che sapute curare sono in grado di elargire pochi frutti, dal gusto selvatico, forse meno nutriente, ma grato al palato di chi ne apprezza ogni rara sfumatura.
Le condizioni ultimamente sono abbastanza incerte e fuggevoli, un attimo perso può voler dire lunghe pause in attesa dell'improbabile, cosicchè il cervello cede passo all'istinto, grafici e statistiche potrebbero bloccare l'iniziativa, ma noi non glielo permetteremo, una cosa è certe, siamo consci di non trovare condizioni proibitive, per far fronte all'imprevvisto, abbiamo l'accortezza di cautelarci portandoci appresso, se non altro, una discreta scorta di vivo.
L'intenzione è quella di sperimentare uno spot nuovo, ben esposto al libeccio.
Durante il viaggio decidiamo di dare un'occhiata a diversi spot che già conosciamo, ciò che vediamo è già abbastanza soddisfacente, ma proseguiamo comunque il viaggio verso la meta designata.
Poco prima di arrivare, da una posizione sopraelevata allo spot, avremmo una panoramica completa di ciò che ci si presenterà davanti, spesso la teoria non è coerente con la pratica e rimaniamo alquanto delusi, fortunatamente le tappe precedenti ci hanno offerto una visione più incoraggiante, sicchè non esitiamo a fare retrofront.
Arrivati sullo spot, breve camminata, ulteriore esame sullo stato del mare, la condizione sembra ottima, onde regolari, nonostante davanti a noi si presenta un banco abbastanza costante, che si allontana progressivamente da sinistra verso destra, e qualche piccola interruzione seppur non marcatissima, comunque il frangente nella prima parte è facilmente superabile, mentre il canale parallelo, abbastanza scavato e profondo, pare un ottimo settore nel quale dedicare le nostre esche vive.
Una discreta apertura del banco, con relativa buca, permetterà sia a me che a Riccardo, di posizionare due canne con il cefalo vivo.
Riccardo piazzerà altre due canne con long arm e seppia, entrambe poco oltre il banco, io invece, avendo già due canne a vivo in pesca, mi prendo qualche minuto per valutare meglio la situzione, dopo una bella camminata, noto sulla destra, un'apertura abbastanza pronunciata, in prossimità di una lunga punta di roccia, a oltre 150 metri dalla postazione, sono parecchio lontano, inizialmente penso possa essere troppo faticoso fare avanti e indietro tra postazione principale e quel settore, ma sarebbe stupido desistere solo per pigrizia, armo dunque la terza canna con un doppio short e inneschi di seppia, con ami del 2, l'obiettivo, avendo già due canne dedicate al predatore, di sondare l'eventuale passaggio di qualche grufolatore.
Tornato alla postazione decido poi di armare una bass rod con 0,28 e shock del 50, conetto da 125 grammi che piazzerò nel finestrone vicino alle canne piazzate a vivo, cercando però di sondare una fascia più esterna, nonostante una leggera corrente, l'assetto light paga, e mi permette di stare in pesca e assolvere lo stesso compito delle 8 oz con i 160 grammi.
La pesca con il muggine vivo, per forza di cose, è una pesca poco dinamica, non resta che attendere fiduciosi che l'esca lavori nella maniera adeguata, se il predatore è in zona non si farà attendere, decido dunque di effettuare i primi controlli nelle canne con innesco di seppia a strisce.
Sono circa le 18:00, il sole oramai è calato da quasi un'ora, dalla postazione a stento riesco ad illuminare la canna più lontana, a passo veloce decido dunque di raggiungerla per verificare che il tutto stia lavorando nella maniera corretta, arrivato dinnanzi alla canna noto che la lenza sì è leggermente spostata verso destra, inizialmente penso sia dovuto ad una leggera corrente, ma diversi sussulti sulla cima fanno vacillare la prima tesi, si rivelano segnali inequivocabili che qualcosa di animato è presente nell'altro capo della lenza, ancora non riesco a dare un nome al mio gradito visitatore, una cosa è certa, c'è e conferma con caparbietà la sua presenza.
Inizialmente si lascia recuperare per diversi metri senza opporre grande resistenza, alcune volte ho quasi l'impressione di perdere il contatto con la preda, cerco di ristabilirlo aumentando la velocità di recupero, arrivato in prossimità del banco, testate chiare e decise mi confortano, inizialmente penso ad un'orata di buona taglia, cambio presto idea, non avendo ancora avuto modo di confrontarmi con spigole di grossa taglia, non ho decifrato in maniera immediata di cosa si trattasse, ma a questo punto è chiaro sia lei, sfrutta la corrente a suo favore, è vicina, intravedo la sua sagoma argentata in una secca sabbiosa a pochi metri da riva, la vedo scodare, mi sfila lenza diverse volte, mantengo la calma, la lascio sfogare, approfitto di alcune sue pause per avvicinarla ulteriormente, è stanca, attendo l'onda di risacca, e con la sua collaborazione la accompagno sul bagnasciuga.
La afferro per le branchie, a primo impatto non bado quasi alle sue dimensioni, mi fermo qualche istante ad ammirarla, inizio a gridare di gioia quanto di rabbia, che ha bisogno di essere sfogata ed esorcizzata, è il mio strano e particolare modo di scacciare via gli aloni di negatività che in quest'ultimo periodo ci hanno accompagnato.
Riccardo è molto distante, non comprende la ragione di tali strazianti sonorità, accorre preoccupato, dopo una lunga corsa al cardiopalma, pensando che mi fossi seriamente infortunato, intravede tra le mie mani la sagoma delle regina e sovrasta le mie urla con altre imprecazioni dettate dalla rabbia per lo spavento preso, per poi unirsi alle mie grida di insulti contro presunti iettatori, contro presenze malefiche, fisicamente esistenti e non, penserete che siamo eccessivamente superstiziosi, e in effetti lo siamo
Scattiamo qualche foto, ovviamente per scaramanzia non portiamo buste al seguito
, perciò la sistemiamo in un involucro di fortuna realizzato con buste lasciate in spiaggia da qualche porco.
Questa cattura è la prova che spesso il punto in cui viene lanciata l'esca ha un'importanza superiore all'esca stessa, quattro muggini pimpanti in acqua hanno fatto cilecca contro una striscetta di seppia, lanciata dopo un'insieme di valutazioni e istinto.
L'azione di pesca prosegue con alcuni cambiamenti, Riccardo inverte la posizione delle canne a vivo con quelle a seppia, che indirizzerà in una finestra che l'evolversi della mareggiata ha allargato ulteriormente.
Io mantengo lo stesso assetto di pesca, sperando in altri segnali, che in effetti non tardano ad arrivare, la bass, lanciata fuori nel bucone è notevolmente in bando, cosa parecchio strana dal momento che è sempre rimasta in pesca perfettamente, ancorata ad un fondo morbidissimo, dopo il recupero infatti noterò che l'innesco, una corposa striscia di seppia su amo beack 2/0, è notevolmente rovinata, il filo elastico utilizzato per compattarla non è più presente, evidenti segni di masticatura, rimane il dubbio su cosa fosse, la certezza è che non si è allamato, e vabbè, purtroppo è un gioco alla quale siamo abbastanza abituati.
Da questo momento in avanti non rileveremo più segnali, se non una razzetta spiaggiata da Riccardo che ha gradito la striscia di seppia, ovviamente prontamente rilasciata, verso le 23:30 decidiamo di smontare.
Sarebbe potuta essere un'uscita fallimentare, ma un piccolo dettaglio, piccolo, ma di grandissima importanza, ci ha consentito di decidere le sorti di quest'uscita in maniera positiva, e ciò mi riempe di soddisfazione.
Ora vi saluto, alla prossima
Edited by Daniele Pillittu - 16/12/2012, 22:42