Tempo di vacanze, tempo di bolognese .

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Lo scuro
view post Posted on 23/7/2012, 14:05




Un articolo un po' vecchiotto ,che magari qualcuno avrà anche letto ,ma sicuramente utile per chi ancora non mastica tanto di bolognese e affini .

Pesca e vacanze

Un anno di lavoro è davvero lungo a passare e appena giunge l’agognato momento delle ferie, ognuno di noi cerca di unire l’utile al dilettevole, optando per località balneari che possano essere il giusto compromesso tra pesca e vacanza; in questo articolo proveremo a dar voi dei buoni e semplici consigli, atti ad ottimizzare da un punto di vista alieutico, questo tanto sospirato periodo di relax.

La vacanza perfetta

Nella stragrande maggioranza dei casi, ubi major minor cessat..., i mesi di Luglio ed Agosto sono quelli più gettonati dal popolo dei vacanzieri: migliaia e migliaia di italiani e non, si riversano sulle spiagge di tutta la penisola. Non è sicuramente l’ideale scegliere questi periodi per abbinare una vacanza alla pesca, ma siccome per molti di noi risulta davvero difficile fare altrimenti, ci vediamo costretti a ripiegare su questi mesi canonici.
L’estate in generale, è una buona stagione per la pesca - anche se non ai livelli dell’autunno o della primavera - però il problema principale risulta proprio quello di trovare gli spazi necessari per “esercitare”. La massiccia presenza di villeggianti nelle località balneari e il transito dei molti natanti nelle zone portuali, compromettono in parte la possibilità di mettere in pratica la nostra passione …. ma non tutto è perduto .

I luoghi

Il particolare non trascurabile è proprio quello legato alla scelta della località di vacanza: soddisfare le necessità della famiglia e al tempo stesso assecondare il nostro bisogno, alle volte non è facile ….. ma una volta stabilita di buon accordo la destinazione, a noi non resterà che indagare sulle chance di pesca che il luogo offre . Non è detto che non si possano far collimare i vari interessi familiari con la nostra sete di pesca e precluderci a priori questa possibilità, per non aver fatto un analisi approfondita delle varie destinazioni prese in esame, parchè sarebbe veramente un errore imperdonabile: una vacanza goduta a metà, per così dire.
Facendo una riflessione piuttosto egoistica, viene logico pensare a zone migliori e peggiori da un punto di vista piscatorio e quindi in fase di trattativa con l’amata consorte, sarà bene tenerne conto.
Di solito le isole risultano essere la migliore alternativa e far ricadere la scelta su una di esse sarebbe davvero il massimo; anche quelle zone ricche di scenari variegati, misti a scoglio, sabbia e sbocchi d’acqua dolce, possono essere altrettanto valide, così come lo sono tutti quegli itinerari esteri che ben poco conosciamo e che hanno sempre un grande fascino sia sul villeggiante puro che sul pescatore .
Siccome il periodo in questione è regolato da divieti di pesca per balneazione, la scelta “dovrebbe” esser fatta anche in funzione di questo particolare.
Scegliere una località contraddistinta esclusivamente da arenili e per di più molto affollati, vorrebbe dire limitare il proprio raggio d’azione alle sole ore notturne o quasi, dato che i divieti vanno dalle 08.00 a.m. alle 20.00 p.m., salvo diverse ordinanze di capitaneria.
Se prendiamo, poi, in considerazione il discorso “bolognese”, il limite è ancora più evidente, dal momento che avremo bisogno di spiagge caratterizzate da un discreto fondale e di condizioni meteo che spesso non sono riscontrabili durante i mesi dei quali stiamo parlando.
Naturalmente non sempre si riesce ad avere la meglio in campo decisionale e nel caso in cui ci si debba accontentare di recarci in località cosiddette “avverse”, conviene far buon viso a cattiva a sorte ed organizzarci al meglio per ovviare al problema, ricordandoci sempre che le possibilità di pesca, anche se ridotte, non mancano mai .

L’essenziale

Forse risulterà retorico parlare di quale e quanta attrezzatura portarci appresso, dato che l’argomento è stato trattato e ritrattato, ma siccome questa nostra carrellata di articoli riguardanti la bolognese vuole iniziare alla specialità anche un pubblico neofita in materia, la puntualizzazione è necessaria e comunque una sana rinfrescatina d’idee non fa mai male nemmeno ai più esperti, dato che poi si finisce sempre per riempire il vano bagagli con materiale in surplus.
Una vettura media, tre o quattro persone a bordo e tutto il bagaglio al seguito, vogliono dire poco spazio a disposizione per la nostra attrezzatura; vediamo quindi di fare un rapido esame di cosa ci serve e cosa no, cercando di essere piuttosto parsimoniosi nella preparazione della lista dei materiali.

Le canne

Dando per scontato il fatto che un analisi del luogo sia stata fatta con una certa accuratezza, saremo certo in grado di stabilire quali siano le tipologie di spot che andremo ad affrontare e conseguentemente anche le profondità massime dei fondali che li contraddistinguono; evitiamo quindi di portare con noi dei doppioni, delle canne troppo lunghe o troppo corte, troppo potenti o troppo leggere, limitandoci a scegliere attrezzi dalle caratteristiche polivalenti e comunque adatti al fabbisogno reale.
Per quanto riguarda le misure direi che una 5.00, una 6.00 ed una 7.00 mt, in linea di massima vanno sempre bene.
La canna più corta, della serie di cui sopra,è da preferirsi per pesche di galla nel sottoriva con la pallina e galleggiante classico,oppure anche a distanza, con galleggianti piombati e bombarde (da non escluderne anche un utilizzo come pseudo ledgering, se sufficientemente potente e rapida) .
La 6.00 mt, bolognese per eccellenza a mio modo di vedere, è da adoperarsi dalla spiaggia piedi in acqua con galleggianti piombati e non; sulle scogliere con sottoriva semi sgombro da ostacoli e comunque quando ci si trova ad operare quasi al pari acqua; e in tutte le foci di fiumi o canali con fondali non superiori ai 4.50/5.00 mt con tecnica tradizionale.
La canna più lunga, quella di 7.00 mt, sarà da prediligere quando la profondità del fondale stesso la richiede e applicata ad un uso specifico come per la 6.00 mt, e cioè: quando dagli scogli ci si trova a dover pescare con condizioni di mare agitato, quando frequentiamo una postazione in rilievo rispetto alla superficie dell’ acqua e quando il sottoriva non è completamente sgombro da ostacoli, che potrebbero risultare altrimenti invalicabili con canne più corte di questa.
Da tenere in considerazione il fatto che una canna un po’ più lunga, pescando dalle scogliere, aiuta sempre e anche dalla spiaggia, alle volte, può servire ad oltrepassare in scioltezza il gradino di risacca.

A seconda del nostro gusto potremo adoperare una delle tre canne della serie, scelte come detto prima tra attrezzi di potenza media, per pescare anche con galleggiante scorrevole e pasturatore.
L’articolo in questione, come avrete capito, tratta di bolognese, ma aggiungere al parco canne un ledgering abbastanza potente, potrebbe essere molto utile; in alternativa, come già detto, è possibile utilizzare la 5.00 mt, con tutti i limiti, però, che il caso specifico presenta.
Una sacca porta canne, con un paio di tasche esterne per poter riporre qualche accessorio e contenere il manico di un guadino, completeranno il tutto.

Mulinelli

Due i mulinelli: uno di misura 200/2500 con un paio di bobine caricate con nylon di varia misura e uno più grande, tipo 4000 ,per pesche più gravose o a distanza, corredato sempre di bobine aggiuntive.

Minuteria & Co.

Anche per quanto concerne accessori come galleggianti, piombi, ami, nylon ed ammennicoli di varia natura, vale lo stesso discorso fatto per le canne: poca roba ,di confermata utilità.
Galleggianti tradizionali, quindi, nella quantità di un paio per misura, da 0.50 gr a 3/4 gr, più tre/quattro scorrevoli in totale da 10/12/15 e 20 gr, nell’eventualità non remota di dover pescare con apparato pasturatore in lenza.
Galleggianti a pallina, penne piombate e waggler, nella misura di un paio per tipo; un galleggiante con annesso pasturatore da superficie, per concludere.
Non dimentichiamoci astine varie, di tutte le dimensioni e colori, le quali potrebbero risultare davvero necessarie in particolari situazioni di luce.
Due o tre, le bombarde galleggianti ed affondanti, un paio di pasturatori con foro passante e piombo intercambiabile, due pasturatori leggeri da fondo.
Una scatola di piombo dolce mista, tre buste di torpille adatte a tarare i galleggianti più pesanti ed una manciata di piombi con girella incorporata da 25/30 gr max, per affrontare le situazioni di pesca a fondo più semplici rudimentali.
Girelle, qualche moschettone, tubetti in silicone misti, una bustina di attacchi con foro passante per piombati e similari, più qualche perlina forata, chiuderanno la pratica “minuteria”.
Naturalmente nylon ed ami, anche se non elencati, sono a discrezione del pescatore, ma il consiglio è quello di aggiungere alla lista anche dei prodotti sovradimensionati, nel caso in cui ci fosse da pescare con esche diverse dal classico bigattino, quali la cozza, il granchio, la sarda o comunque con esche di dimensioni più voluminose.
Tra gli accessori da non dimenticare MAI in garage, citiamo: lampada da testa (con pile di scorta), star light miste, un paio di slamatori, forbici, un pasturatore in cordura pieghevole, la testa di un guadino e l’immancabile ciano acrilato, dalle indiscusse proprietà lenitive e curative …. Il rimedio a molti mali, come si suole dire.
Per il vestiario, oltre a quello sapientemente preparato dalla moglie, vi consigliamo di prendere con voi un impermeabile leggero, un cappellino con visiera in nylon ed un paio di occhiali da sole.
Tutto quanto elencato, da riporre in una borsa di dimensioni consone, che risulterà tutt’altro che ingombrante: provare per credere.

Le esche

La faccenda esche riveste un ruolo molto importante, vuoi per la non sempre accertata disponibilità in loco, vuoi per la naturale comodità del non doversele andare a cercare.
Parlando di bigattini, come molti di voi sapranno, esiste la possibilità di trasportarli e mantenerli in vita per diverso tempo: qui di seguito, ve ne esponiamo le modalità.
E’ necessario un contenitore ermetico e frigorifero, (ne vengono prodotti di diversi tipi, anche pieghevoli) qualche bottiglia d’acqua da mezzo litro precedentemente tenute in congelatore ed un po’ di plastica da imballaggio (quella con le vescicole contenenti aria all’interno che i bambini si divertono a far scoppiare) o in alternativa carta di giornale.
Si confezionano sacchetti di bigattini da ½ kg circa, si aggiunge poca farina di mais ad ogni confezione e si rimescola bene il tutto, togliendo aria dai sacchetti e cercando di ottenere il classico sottovuoto.
Facciamo uno strato uniforme di sacchetti sul fondo del contenitore e adagiamo su di esso un foglio di plastica isolante del tipo descritto; ogni bottiglia ghiacciata dovrà essere, a sua volta, ben incartata con la plastica da imballaggi o con la carta di giornale, onde evitare una condizione di troppo freddo.
Si procede per strati, con la modalità descritta, fino a raggiungere la quantità desiderata.
In questo modo, i bigattini sottovuoto freddi e ben stivati, potranno essere trasportati per diverse ore anche in condizioni di caldo torrido. Appena giunti sul luogo di vacanza, sarà sufficiente collocare i sacchetti nel reparto verdure del frigorifero (o continuare a tenerli nel frigo portatile sostituendo le bottiglie d’acqua ghiacciata esauste) e ogni qual volta sarà necessario, basterà togliere le esche dalle buste riponendole in una larga bacinella, o nel pasturatore pieghevole che abbiamo al seguito, per vederle rinvigorire magicamente nel giro di qualche ora.
E per una settimana circa, siamo a posto.

Parlando di anellidi marini, tipo coreani e similari, è consigliabile acquistarli al momento e solo se lo si ritiene davvero necessario, così come molti altri tipi di prodotti cosiddetti di “pescheria”,fermo restando il fatto che cozze e granchi sono reperibili da chiunque, gratis, (ma con dovizia ed attenzione, evitando inutili incette) presso qualunque scogliera o battigia presente in zona.
Una confezione di sfarinato fondo mare da 5 kg potrebbe essere una buona idea, un idea che potrebbe in qualche caso dare la svolta, ma se optiamo per una soluzione “salva spazio” conviene farsi la pastura in loco per conto proprio, ripiegando su del pane vecchio sbriciolato con aggiunta di sarda macinata, reperibile in qualsiasi negozio di pesca ben fornito.
Aggiungiamo al tutto una buona macchina fotografica digitale, la quale non dovrebbe mai mancare ne durante una vacanza ne durante ogni battuta di pesca, e il gioco è fatto; vi attendono le pagine dedicate alle vostre catture di questa rivista, non dimenticatelo !!
E soprattutto,stavo per dimenticarlo io … l’immancabile augurio di buone ferie !

Cose da fare

Di norma, questo spazio si chiamerebbe : “cose da non fare”, ma finirei per ripetermi, dato che l’argomento risulta essere un po’ un complemento a quanto detto in altri articoli, quindi abbiamo deciso di girare la frase e di consigliare le cose da farsi, anziché quelle da non fare; una novità temporanea strettamente legata a questo periodo che, se preso per il verso giusto, potrebbe rivelarsi appagante anche dal lato alieutico, oltre che da quello vacanziero.
Prendiamola sempre con filosofia.
Se saremo in grado di ritagliarci gli adeguati spazi di tempo senza sacrificare il resto della truppa al nostro seguito, verremo ripagati sia in termini di qualità, che di quantità di tempo da poter dedicare alla pesca.
La diplomazia paga sempre e dato che molte signore probabilmente non leggeranno la rivista, assecondarle magari in qualche uscita serale, potrebbe voler dire esserci garantiti una nottata di pesca in santa pace: si mette tutta la famiglia a letto e poi via !! Si parte per affrontare il campo di battaglia dalla mezzanotte in poi. Una breve dormita sotto l’ombrellone, il giorno successivo, basterà a ridarci la carica.
Stesso discorso vale per l’alba.
Nessun problema se ci si reca a pesca dalle 5.00 a.m. fino alle 8.00 a.m. : siamo in regola con i divieti, si torna a casa per colazione, ci si riposa un oretta prima di partire per il mare e magari si ha anche la fortuna di arrostire un buon pesce per pranzo ….. e questo fa felici davvero un po’ tutti.
Laddove ci siano foci in genere, concentriamoci bene su di esse: delle poche zone franche a nostra disposizione, queste sono le più indiscusse e ricche di pesce.
Rivalutiamo la scogliera, datemi retta, perché è qui che il più delle volte si riesce ad unire l’utile al dilettevole.
Un pennello adiacente e parallelo alla spiaggia, o una scogliera naturale, se affrontati con il doveroso rispetto verso i bagnanti, che in questo periodo sono figure di primo piano, fanno si che anche le autorità spesso chiudano un occhio e ci lascino pescare anche durante le ore di divieto: con l’educazione, spesso, si abbattono molte, molte barriere.

alessio dalle piane
 
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Luca Bindi
view post Posted on 24/7/2012, 12:29




grazie ale


bellissimo articolo , come sempre

:D
 
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view post Posted on 24/7/2012, 12:48
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Sempre bello leggerti Ale.....
 
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2 replies since 23/7/2012, 14:05   125 views
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