Canne a ripartizione di sezioni

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Riccardo Pillittu
view post Posted on 17/5/2012, 17:44




logorip





In Italia, chiamate con l'acronimo di, "C.A.R.D.S." (canna a ripartizione di sezioni), o con l'abbreviazione "rip" (ripartita), occupano uno spazio importante nel parco canne di tanti appassionati.

Sarà per il piacere che si prova nell'adoperarle, sarà per la sensazione di sicurezza, e le loro sconfinate potenzialità, tanti angler non scendono in spiaggia senza averle in sacca, anche quando realmente il loro utilizzo non è necessariamente indispensabile.
Fino a qualche anno fa ad appannaggio di pochi apassionati, dediti allo studio e alla sperimentazione di ciò che pochi pionieri, mediatori di ciò che in terra d'Albione, rappresentava una solida realtà, divulgavano come un religioso credo, oggi la due pezzi ripartita, continua a rimanere un must, il traguardo di un paziente appredistato, o forse per i meno passionali semplicemente un trend, un oggetto da sfoggiare, un nutrimento per la propria autostima, come in tanti ambiti ,c'è sempre chi concentra il proprio sguardo sul dito e non sulla luna, ma a noi Bad Angler interessa la sostanza, e di sostanza cercheremo di parlare in queste righe, cercando di addentrarci in maniera semplice, ma non superficiale, in questo affascinante universo, analizzando nello specifico, struttura, peculiarità, campo d'impiego, cercando di creare un quadro generale ricco di spunti che potranno trovare poi successivamente un adeguato approfondimento.

E' innanzi tutto opportuno iniziare con qualche premessa storica, prima di analizzare e comprendere la funzione di questo tipo di attrezzi, eviteremo ovviamente di addentrarci nel caotico ed estremo mondo della pedana, concentrandoci sul teatro che con noi vede le rip protagoniste: la spiaggia.

Le due pezzi ripartite nascono e si evolvono grazie alla sperimentazione di un gruppo di surfcaster inglesi, la distanza di pascolo delle diverse specie di merluzzi da loro insiadiate, complice le notevoli escursioni di mareaa cui sono soggette le loro coste, ha sempre rappresentato per questi un limite assillante da superare.
L'evoluzione delle tecniche di lancio come il pendulum, da una parte aprì nuovi orizzonti, dall'altra evidenziò i limiti insiti negli attrezzi tradizionali, dove la classica azione parabolico-potente, si rivelava inadeguata a sopportare e contenere l'energia sprigionata da questo lancio, che tendeva a disperdersi lungo la piega con un decremento notevole di performances.
La sperimentazione, si concentrò quindi inizialmente sopprattutto sui manici, che furono accorciari e irrigiditi, l'obbiettivo era quello di contenere senza dispersioni, la compressione esercitata sulla parte flettente superiore, un vero e proprio arco che dopo il caricamento doveva restituire interamente l'energia accumulta al piombo.
Al manico venne relegata la funzione di pura leva, tanto che in alcuni modelli storici, venivaro prodotti interamente in alluminio,.
All'arco, in genere corto e rigido, venne raccordata una cima più o meno lunga e morbida, che oltre ad assolvere le ovvie funzioni piscatorie, fungeva da intermediario tra piombo, drop e arco, annullandosi e unendosi al drop come un prolungamento dello stesso durante il preacaricamento e progressivamente trasmettere le prime sollecitazioni all'arco.
La vecchia canna ad azione parabolica venne quindi soppiantata da questa nuovo attrezzo, uno strumento balisticamente inpensabile in precedenza, l'innovazione stava appunto nell'insieme di azioni distinte ripartite tra loro ma allo stesso tempo complementari, è a tal proposito che in Italia vennero introdotte e divulgate con il temine di "canne a ripartizione di sezioni".

Ovviamente, tralasciando i pregi di un' utopica monopezzo, il numero di sezioni ideale a garantire solidità ad un atrezzo soggetto a sollecitazioni e carichi così gravosi, venne trovato nel classico numero di due, ad innesto, asimetriche con manico generalmente corto e rigido e cima lunga.
I primi modelli vennero sviluppati e prodotti nella misura di circa 12ft (3,60m), o poco meno, adatte alla maggior parte dei casters dell'epoca, in seguito con l'avvento e la crescita del long casting, disciplina mediata dalla pesca ma che vede ormai una totale autonomia, e l'evoluzione tecnica di lanciatori di stazza fisica imponente, ma sopprattuto grazie al contibuto del campione Neil McKellow, prese piede lo sviluppo di leve più lunghe, 13ft, che è tra l'altro la misura oggi più diffusa e adatta a una grande fetta di lanciatori.

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L'attuale avvento del carbonio come materiale preponderante nella costruzione, di attrezzi da pesca, ha permesso un evoluzione incredibile in fatto di peso, maneggevolezza, elasticità e reattività, permettento la creazione di due pezzi sempre più performanti, sebbene tanti progetti ormai datati siano tuttora validissimi, e associabili agli attrezzi moderni dal comune denominatore di cima, arco, leva, la tendenza costruttiva attuale, pur manenendo e incrementando le doti di potenza, reattività, sensibilità, è diretta verso un raccordo delle sezioni sempre più progressivo, grazie anche all'impiego di un taglio simetrico, archi lunghi, quindi, che proseguono verso i manici, non più leve passive ma accumulatori di potenza, anche la lunghezza non vede più come limite canonico i classici 13ft, ma in alcuni modelli si arriva fino ai 14.
Probabilmente, la diffusione crescente di lanci come aeroground o flat arc, ha contribuito allo sviluppo di attrezzi che meglio si adattano alle sollecitazioni esercitate da lanciatori che alla tecnica uniscono una notevole prestanza fisica.

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Una 12ft asimmetrica old style affianco ad una 13ft simmetrica di concezione moderna



Pur essondo inquadrabili in una specifica categoria, non esiste una rip identica ad un altra.
Ciò che dovrebbe essere tenuto in considerazione,nella scelta di una rip da pesca, è
composto da diversi fattori, legati all'uso specifico alla quale verrà destinata, nonchè allo stile di lancio e alla propria corporatura fisica.
Vediamo innanzitutto di suddividerle in base al loro campo d'impiego:



FLATTIE ROD


Con potenta generalmente intorno a 1/3 oz. gli angler inglesi le utilizzano su fondi puliti, in particolare in foci ed estuari nella pesca ai pesci piatti.
Sono attrezzi generalmente facili da caricare e molto sensibili, la lunghezza preferita è 12ft, si adattano bene all'utilizzo del mulinello a bobina fissa o ad un rotante di taglia piccola come un 5500, nelle nostre spiagge si adattano bene nella paf a grufolatori di taglia medio piccola come mormore o pesci di galla.



BASS ROD


Di potenza compresa tra 2/4-2/5 oz, come si evince dal nome, sono canne utilizzate dagli inglesi per la pesca alla spigola in foce ed in estuari. pesca che viene effettuata sopprattutto con canna in mano, leggere, sottili, un pelo più più potenti delle precedenti ma altrettanto sensibili e docili, sono canne molto divertenti, si adattano perfettamente alla paf leggera ai grufolatori, sia con il fisso che con il rotante.

bassrod


La morbida cima di una bass rod


basspiega


La piega di una bass rod durante un lancio pendolare




CLEAN GROUND


Si entra nella categoria di canne ripartite , tra le più diffuse e adoperate nelle nostre spiagge, i modelli con cima più sensibile vengono contraddistinti con il nome di match rod, di potenza massima compresa tra le 6 e le 8oz, la cima elastica, asseconda il moto ondoso e le correnti senza scalzare il piombo dal fondo, otre che a segnalare le tocche, archi e manichi possono essere più o meno rapidi o potenti in base ai modelli.
Le versioni più performanti e al contempo sensibili con potenza di 5/6 oz trovano un impiego molto valido nella paf a lunga distanza all'orata o ai predatori,tra le onde in scaduta o qualora le condizioni non siano estreme da giustificare l'utilizzo di piombi superiori alle 6oz, oltre entrano in gioco canne con potenze di lancio fino a 7/8 oz, in grado di meglio gestire correnti sostenute, dotate di un nerbo tale da poter lanciare e scalzare zavorre consistenti.

Trovano come compagno ideale il mulinello a bobina rotante, che a prescindere da gusti e scelte personali e senza entrare nei meriti di distanze o qualità meccaniche, è sicuramente, l'abbinamento che meglio si sposa all'utizzo di questi attrezzi, sia per il peso e il vantaggio di non sbilanciare la canna, oltre che ad una migliore maneggevolezza e piacere d'uso.

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Un'asimmetrica da 5oz per la paf a lunga distanza e scaduta vicino ad una asimmetrica


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Match rod in azione




ROUDG GROUND


Simili allelle pecedenti differiscono per la caratteristica di presentare otre ad un fusto solitamente potente, una cima piuttosto rigida, utile a scalzare piombi e combattere prede su fondali impervi, poco adatte all'utilizzo in spiaggia per via di una cima dura e sorda che non asseconda il moto ondoso e dotata di scarsa recetività alle tocche.



ALL ROUND


Canne poliedriche che si adattano a svariati inpieghi, dal surf alla paf, ma che non presentano caratteri specifici che le caratterizzano, come per tutte le categorie potenza e prestazionalità varia in base a marca e modoello e materiali impiegati.

Ovviamente rimane sottointeso il fatto che per poter sfruttare dignitosamente le doti di una rip degna di questo nome, è necessario dedicarsi all'apprendimento di lanci evoluti che prevedono l'impiego di rotazione per poterne caricare la struttura , come ground cast o pendulum, qualora non si disponga di un minimo di spirito di sacrificio, ritengo più opportuno rivolgersi ad altre categorie di attrezzi
E' bene ricordare che a prescindere dalla categoria di rip, stiamo comunque parlando di canne da pesca e che pur essendo fisicamente dotati, dovranno essere maneggiate spesso in condizioni proibitive, vedi vento frontale, pioggia freddo, zavorre pesanti, abbigliamento ingombrante, ecc...sarebbe saggio quindi valutare con ponderazione la scelta di una due pezzi da pesca, valutando un buon compromesso tra prestazioni e maneggevolezza, ricordandosi che oltre al pesce, a casa sarebbe bene riportare anche la schiena.
Le rip, sono state progettate per ottene distanze di lancio altrimenti irraggiungibili, ma il loro impiego non si limita certo a questo, la struttura di una rip è in grado di garantire un azione di pesca a prescindere dalla distanza operativa, sicuramente difficilmente eguagliabile da altre tipologie di attrezzi, nel surf casting, in particolare quando le condizioni sono ostiche, questi attrezzi riescono a sopportare venti e correnti senza lasciarsene soppraffare, oltre che a garantire di forzare esche corpose e pesi consistenti.
Quindi canne non solo da distanza, ma anche da distanza qualora sia richiesto.

hpbpiega


La piega di una "J" curve old style



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La piega di una "J" curve di moderna concezione



suveranpiega


La piega di una "progressiva"



 
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Nicola Romano
view post Posted on 17/5/2012, 18:00




splendido articolo, me lo sono letto d'un fiato.

Sicuro che chiarira' molti dubbi a chi ha voglia di porgersi delle domande.

Grazie F.lli Pillittu!!
 
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view post Posted on 17/5/2012, 18:27
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Fantastico !!!!!
 
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view post Posted on 17/5/2012, 18:40
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che dire complimenti,bellissimo articolo che naturalmente viene da una grande esperienza.
Ancora complimenti,e bella aspire!
 
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view post Posted on 17/5/2012, 18:55
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bellissimo articolo,interessante e ben spiegato!!!!
 
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Luca Bindi
view post Posted on 17/5/2012, 19:06




gran lavorone

sei un asso,propio bravo ric
come sempre!

:)
 
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view post Posted on 17/5/2012, 19:56

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impeccabile, semplicemente.......impeccabile !!!!!
 
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view post Posted on 17/5/2012, 22:28
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Lineare, ben organizzato, fluido, completo ! Che articolone campioni, bravi :)
 
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Riccardo Pillittu
view post Posted on 17/5/2012, 23:45




Vi ringrazio tutti ragazzi per i complimenti ^_^ , devo ammettere che sto ricevendo davvero tanta soddisfazione, come si può notare, ho cercato di, introdurre un argomento di per se molto articolato, evitando di proposito di addentrarmi in tecnicismi estremi, o nell'elogio di marche e modelli vari, gli aspetti specifici, meriteranno sicuramente un approfondimento futuro, ovviamente chi volesse aggiungere qualcosa o integrare a ciò che ho esposto, non può che fare cosa gradita, ogni contributo in questo o negli altri post è la linfa vitale del forum :) .
 
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Brando Borghi
view post Posted on 18/5/2012, 09:12




Un bellissimo articolo ragazzi, utile davvero per capire qualcosa di più che per alcuni è scontato ma per molti è un argomento totalmente sconosciuto.
 
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view post Posted on 18/5/2012, 09:17
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Grazie ragazzi,
splendido e ben curato articolo, soprattutto fuori da ogni logica commerciale, ma didattico ed esplicativo, proprio come dev'essere!

Io come altri ho ancora molto da capire sull'universo pesca, e sul mondo Rip in particolare,
questo articolo mi ha chiarito dei dubbi (e fatti sorgere altri, ma... :P ).

Complimenti,
ciao
Corrado
 
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view post Posted on 18/5/2012, 09:26
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CITAZIONE (Indiowhale @ 18/5/2012, 10:17) 
Grazie ragazzi,
splendido e ben curato articolo, soprattutto fuori da ogni logica commerciale, ma didattico ed esplicativo, proprio come dev'essere!

Io come altri ho ancora molto da capire sull'universo pesca, e sul mondo Rip in particolare,
questo articolo mi ha chiarito dei dubbi (e fatti sorgere altri, ma... :P ).

Complimenti,
ciao
Corrado

L'intento era proprio quello, siamo contenti sia piaciuto e si sia rivelato utile :)

Corrado esponi pure i tuoi dubbi, potrebbero essere quelli di tanti altri, discuterne insieme può essere utile a tutti ^_^
 
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carmelo01
view post Posted on 18/5/2012, 12:35




complimenti per la chiarezza e approfondimento del lavoro svolto.
 
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view post Posted on 18/5/2012, 12:38
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I maggiori dubbi sono relativi alla tecnica di lancio, ahimè carente, per sfruttare al massimo le mie rip.
So che ci sarebbe bisogno "solo" di costanza e sacrificio, ma abitando lontano dal mare le 2 cose sono assai difficili da applicare.

Sono possessore di una Penn Affinity 2-4 oz, un Unica Ultramarine 3-6 oz ed una 8 oz sempre Ultramarine.
Il mio ground è a dir poco elementare e, se con la Penn riesco a lavorare bene, con l'Unica medio, invece la 8 oz è una chimera totale...

Con la Penn e il mio min@@a ground le esche volano molto meglio che con le tele, mi viene quindi da pensare che quest'ultima sia concepita meglio per un principiante rispetto alle altre 2, ma potrei sbagliare.
Comunque ripeto, le uso purtroppo poco visto che abito a Milano :cry:

Ciao
Corrado
 
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Riccardo Pillittu
view post Posted on 18/5/2012, 13:24




CITAZIONE (Indiowhale @ 18/5/2012, 13:38) 
I maggiori dubbi sono relativi alla tecnica di lancio, ahimè carente, per sfruttare al massimo le mie rip.
So che ci sarebbe bisogno "solo" di costanza e sacrificio, ma abitando lontano dal mare le 2 cose sono assai difficili da applicare.

Sono possessore di una Penn Affinity 2-4 oz, un Unica Ultramarine 3-6 oz ed una 8 oz sempre Ultramarine.
Il mio ground è a dir poco elementare e, se con la Penn riesco a lavorare bene, con l'Unica medio, invece la 8 oz è una chimera totale...

Con la Penn e il mio min@@a ground le esche volano molto meglio che con le tele, mi viene quindi da pensare che quest'ultima sia concepita meglio per un principiante rispetto alle altre 2, ma potrei sbagliare.
Comunque ripeto, le uso purtroppo poco visto che abito a Milano :cry:

Ciao
Corrado

Il problema delle rip, è che abbisognano di un minimo di sacrificio per l'affinamento della tecnica dei i lanci con rotazione, ci sono rip che permettono un apprendimento più sereno senza ostacolare il pescatore eccessivamente, le tue canne possono rientrare in questa categoria, un ground pulito senza estremismi è già sufficente per permetterti di goderne in pesca e ottenere buone soddisfazzioni, penso che in futuro sarà sicuramente il caso di approfondire l'argomento e per questo sarà prezioso il contributo degli utenti più esperti, ovviamente non ci si stancherà mai di dire che l'aiuto di un esperto sul campo sia meglio di qualsiasi teoria, però è sicuramente possibile tracciare delle linee guida, io sono del parere che il maestro migliore è quello che riesce ad esaltare le potenzialità insite nell'allievo, rifugo e diffido da chi cerca di proddurre emuli, la tecnica ha delle fondamenta oggettive, ma una volta appresi i fondamenti, l'interpretazione personale è quella marcia in più che ci permette di sfruttare al meglio le nostre doti.
Per far ciò è necessaria la coscenza dei nostri limiti, ma anche la voglia e la passione che spinge a volerli superare, questo nella pesca ma sopprattutto nella vita :)
Io penso tu debba cercare di indagare la causa della tua insoddisfazzine nelle prestazioni, magari anche con l'aiuto di persone qualificate (e qui troverai sicuramente tutta la disponibilità) , dopo di chè provare a lavorare giorno per giono su ciò che va migliorato, l'assimilazione di certi movimenti nasce nella mente, non nelle braccia, una volta che la mente è pronta a trasmettere l'imput, la strada si materializzezà davanti a te più luminosa che mai ;)
 
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15 replies since 17/5/2012, 17:44   2463 views
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