Il mio contributo .
Se può servire...
Dal fiume alla spiaggia .Applicazioni e variazioni di una tecnica d’acqua dolce che sbarca, è proprio il caso di dirlo, al mare .
La pesca in acque salse ha ormai contagiato tanti pescasportivi ; e non parlo solo di coloro che hanno deciso di approcciare il mare con la classica tecnica della pesca a fondo, (o surf casting ,beach ledgering etc.etc.) ma anche di tutte quelle persone che hanno dato vita a questa lenta ma costante migrazione, cimentandosi in questi ambienti, con la classica “dolciacquicola” bolognese e gli intramontabili bigattini .
Scogliere naturali e artificiali, foci di fiumi e canali, manufatti di dighe e quant’altro, questi gli spot dove costantemente si rileva una presenza davvero massiccia di pescatori .
I tempi cambiano .Si ,i tempi cambiano davvero, e non cambiano tanto per la tipologia degli attrezzi utilizzati, che sicuramente si sono evoluti in qualità e tecnologia, ma per i luoghi dove la vecchia e cara pesca con la bolognese viene effettuata : tra questi luoghi, anche le spiagge .
Tutto ciò non è propriamente una novità, questo è certo, ma resta comunque per molti come un qualcosa di “velato” e di poco conosciuto ; il fatto, poi, che non tutti gli arenili risultino essere indicati per effettuare questo tipo di pesca, rende la cosa ancor più intrigante .
Le spiagge ideali .Gli spot idonei per mettere in pratica questa tecnica sono tutti quelli che risultano avere una certa energia, e cioè una discreta profondità già nei primi metri da riva .
Altra tipologia di luogo ideale è quella della classica “buca” o “canalone” nel sottoriva e, non da meno, tutti quei siti dove è verificata la presenza di scogli sommersi o affioranti .
Da tenere in considerazione, laddove sia possibile entrare in acqua, le foci, i piloni dei pontili, i relitti e quant’altro favorisca lo stazionamento e la presenza dei pesci in generale .
Da non trascurare il limite tra sabbia e scogli, in una pocket beach, per esempio .
Spazio alla fantasia insomma, ma senza per questo perdere il senso della misura……la pesca in 10 cm d’acqua, insomma, cerchiamo di evitarla se possibile .
Attrezzatura ed equipaggiamentoLa pesca in oggetto è da effettuarsi con canne bolognesi di un range piuttosto limitato, a meno che non si decida di lanciare a distanze ragguardevoli o si operi con l'ausilio di pasturatori piombati, ma non è questo il caso che vogliamo affrontare in questo articolo, onde per cui diciamo che canne con potenza di lancio entro i 15 gr saranno più che sufficienti alla bisogna, sempre che il nostro gusto personale non ci porti ad adoperare attrezzi più rigidi e potenti .
La pesca andrà effettuata laddove lo scalino di risacca si accentua e specialmente in caso di scaduta o di mare piuttosto "energico", il galleggiante dovrà stazionare su una linea di passata che risulterà essere oltre il punto di rottura dell'onda, proprio per evitare che la nostra lenza venga costantemente rispedita dai flutti sul bagnasciuga .
Per agevolare questo tipo di procedura, diciamo che canne di 6 e 7 metri ci consentiranno di affrontare il 90% delle condizioni di pesca ; canne più corte non risulteranno molte adatte .
Un mulinello taglia 2500/3000 andrà più che bene .
Imbobineremo lo stesso con un monofilo dallo 0,12 allo 0,15 mm e caricheremo la bobina di riserva regolandoci di conseguenza .
Molte volte è necessario ricorrere a terminali molto sottili ed è quindi meglio fare il collegamento con la madre, tenendo conto del fatto che uno sbalzo troppo accentuato tra le due misure sbilancerebbe tutto l'impianto pescante .
Per quanto possibile ,sarà bene imbobinare con nylon sottili, perchè questi favoriranno l'azione di lancio, quella di trattenuta e impediranno al vento di trascinarli con troppa facilità .
Galleggianti da 0,75 a 5 gr saranno sufficienti a garantirci una copertura quasi totale .
Il terminale sarà realizzato, in caso di pesca diurna ed acque chiare, con un fluorocarbon di buona qualità, mentre invece nel caso in cui si peschi in acque velate o torbide, basterà un nylon classico da finali : misure comprese tra lo 0,08 e lo 0,14 quelle da preferire .
L'amo riveste un ruolo importante, come sempre, ma il fatto che venga utilizzato il bigattino come esca, riduce la scelta a poche tipologie ed a poche misure ; il fatto, poi, che la robustezza sia prerogativa essenziale, fà si che il campo di selezione si riduca ancora .
Ami quindi robusti, in misure dal 16 al 22, con o senza ardiglione non ha importanza, e che abbiano un affilatura tale da non ledere la vitalità della delicata esca .
I soliti pallini spaccati assortiti ,qualche torpille ,una dozzina di micro girelle, per coloro che preferiscono fare con esse il collegamento madre/terminale, e il gioco è fatto .
Abbiamo descritto, anche se marginalmente, parte dell'attrezzatura necessaria, ma a questo punto dobbiamo parlare dei waders, che sono davvero indispensabili per cimentarsi in questa meravigliosa tecnica .
Pescare con i piedi sull'arenile asciutto, a distanza dall'acqua, vorrebbe dire non controllare in maniera adeguata la lenza ; la distanza di pesca, come detto prima, è direttamente proporzionale alla distanza del gradino di risacca e risulta quindi evidente che un mare appena agitato o poco mosso, ci costringerebbe ad abbandonare il campo con le pive nel sacco .
Con gli waders, invece e in pratica ,potremo pescare con tutte le condizioni marine, a meno che non ci si ritrovi davanti proprio ad una mareggiata, o giù di lì : basterà quindi entrare in acqua anche per pochi metri ed avremo un controllo sulla lenza più diretto ed efficace .
Parlando di waders, la scelta è davvero ampia : si và dal semplice prodotto in gomma o nylon spalmato, ai più evoluti e davvero confortevoli ascellari in neoprene, che consentono di pescare anche in periodi freddi come quello invernale .
Molto dipende dal budget, ma certo è che con l'abbassarsi delle temperature è bene optare per waders in neoprene da almeno 3 mm .
Un altro accessorio utilissimo, sostitutivo del sacchetto in stoffa tradizionale, è il secchiello o contenitore per i bigattini .
E' naturale che pescando in acqua, qualche schizzo o addirittura un onda calcolata come "non pericolosa", potrebbero bagnare le esche compromettendone l'affondabilità ed è quindi evidente la necessità di preservare le nostre larve da questi incidenti imprevisti .
I prodotti utili a questo uso vanno dal classico secchiello verde con staffa in alluminio ad accessori hand made di pregevole e ricercata fattura : a voi la scelta .
L'immancabile fionda ,il guadino e un cinturone con reggicanna incoporato, chiudono la rassegna la attrezzi .
L'azione di pescaQuello che si è detto in apertura di questo articolo è vero : per chi viene dalle acque interne, il ricordo della pesca in passata sarà di grande aiuto .
L'azione è pressapoco la medesima, cambiano soltanto gli scenari ed i pesci insidiabili .
In teoria, operando dalla spiaggia, è possibile fare catture di svariato genere, ma le specie predominanti risultano essere i saraghi, le spigole,le mormore,le occhiate e tutti i pesci di galla .
Nel periodo estivo, all'alba sopratutto, non è raro imbattersi anche in qualche orata, laddove i fondali ne consentono l'avvicinamento .
Condizioni di mare calmo non sono l'ideale e così come accade per la pesca a fondo, anche per questa con la bolognese, c'è da sperare in momenti di scaduta o di mare mosso, nei limiti della pescabilità, naturalmente : il mare in "fermento" favorisce il pascolo e l'attività dei pesci .
Lanciando le nostre lenze proprio a ridosso dello scalino di risacca avremmo la certezza di pescare, quindi, in un luogo dove è garantita la presenza dei pinnuti ; pasturazione e una sapiente trattenuta faranno il resto .
La fionda andrà adoperata con parsimonia e solo nei casi di mare calmo .
Se il moto ondoso sarà sostenuto, basterà gettare le larve proprio sotto i nostri piedi, lasciando che siano i flutti a trasportarle verso la zona di pesca .
In questi frangenti ,pasturare sul galleggiante sarebbe deleterio, poichè l'intensità della corrente rischierebbe di trascinare i bigattini ben oltre la linea di pesca .
Anche la tipologia di lenza (di galleggiante e di piombatura) sarà strettamente legata alle condizioni del mare ed al fondale : molto morbida ,quasi sprovvista di piombo, con galleggianti anche prepiombati, in caso di mare calmo o quasi, un po' più raccolta in piombatura, più pesante e conclusa con un terminale più corto, quando s'incontreranno condizioni meno statiche, fermorestando il fatto che di certezze matematiche, nella pesca, non ne esistono .
Esca appoggiata al fondo o radente quest'ultimo, è condizione da verificare di volta in volta, ma la parola d'ordine è sempre la stessa : flessibilità .
Passare delle ore a guardare il galleggiante per non avuto la prontezza, o ancor peggio la voglia, di cambiare un qualche cosa nel nostro modo di pescare, è uno di quei fattori che possono trasformare un uscita di pesca ,in un totale fallimento .
Altre cose da non fareNon sottovalutare mai il mare agitato e sopratutto non voltare mai le spalle ad esso .
Pescare in acqua non è come farlo da fuori e prestare sempre la massima attenzione a ciò che abbiamo di fronte, vuol dire evitare brutte sorprese .
Un mare agitato può dare grosse soddisfazioni in termini di catture, ma và sempre affrontato con la mentalità giusta .
Pasturare in modo massiccio pensiamo sia sconsigliabile sempre e comunque : la regola del "poco e spesso" è intramontabile ed è applicabile a qualsiasi condizione .
Evitiamo di impostare subito la pesca a grande distanza : saranno le correnti ed il passare del tempo a darci le indicazioni giuste .Iniziamo e sfruttiamo al meglio il sottoriva, poi si vedrà .
La cosa certa è che se cominciamo subito a pasturare lontano, difficilmente poi si potrà tornare indietro .
Quando si pesca in diurna e si utilizzano terminali in fluorocarbon, dato il loro inferiore carico di rottura rispetto al nylon, è bene non adoperare misure troppo ridotte : l'incontro con il pesce di taglia è ricorrente ed anche se peschiamo su fondali liberi da ostacoli, il pesce potrebbe avere la meglio sull'esile monofilo .
E non dimentichiamoci di rispettare sempre i peridodi stagionali di divieto per balneazione .
CITAZIONE (NOBRAKE @ 27/11/2011, 18:01)
...Non penso che poter praticare la passata dalla spiaggia, implichi , particolari accorgimenti.Penso che , invece sia importante conoscere la spiaggia, il che ci porta a meglio affrontare la batutta.Sapper leggere la spiaggia dovrebbe essere un aiuto.
Ora mi chiedo , mare calmo o mosso?
Le 7 metri sono troppo lunghe o e meglio una 6?
Grammatura dei galleggianti, tenendo conto che intanto dovrei pescare nei primi 30 metri dalla battigia'
Insomma chi ci ha provato, coma va?
Sicuramente la conocenza della spiaggia è basilare .
Mare calmo : alba e tramonto . Mare mosso o scaduta : può andar bene tutto l'arco del giorno .
(A mare calmo ,se ci sono orate e mormore in pascolo a corto raggio ,rende anche l'inglese ed il galleggiante scorrevole con pasturatore...se c'è il fondale giusto)
La 7 metri è forse la misura più indicata per questo tipo di pesca .
Ti consente di rimanere alla giusta distanza in caso di frangenza e di gestire al meglio trattenuta e tutto il resto .
Se c'è un bel fondale ,puoi sbizzarrirti con galleggianti classici e scalature di vario genere ,ma se il fondo è poco sono consigliabili galleggianti piombati o galleggianti self made con derive in metallo ,aggiunte di piombo e qunt'altro .
Edited by stenella il ritorno - 29/11/2011, 09:02